Disparità nelle tariffe per il supporto educativo: Castaldini (Forza Italia) richiede una parità di trattamento tra scuole paritarie e statali in Emilia-Romagna
Le proteste non attendono l’ultima campanella. In Emilia-Romagna la discussione sulle disparità tariffarie per il sostegno educativo divampa già in corridoio. Al centro del dibattito c’è l’interrogazione di Castaldini, voce di Forza Italia, che pretende una parità di trattamento tra scuole paritarie e scuole statali.
Disparità tariffarie nel sostegno educativo: il dossier di Castaldini scuote l’aula regionale
Dalla relazione depositata emerge un dato urticante: fino a 35 euro l’ora riconosciuti agli educatori delle paritarie contro i 23 delle statali, con oscillazioni che mutano da Bologna a Rimini. La consigliera Castaldini chiede alla Giunta di verificare il rispetto della Legge 62/2000, baluardo della parità scolastica. La richiesta è secca: “Stesse risorse, stesse competenze, stesso trattamento!”
Quanto pesa davvero il portafoglio delle famiglie?
Nei comuni capoluogo, una famiglia con un bimbo con disabilità arriva a spendere oltre 1 800 euro in più all’anno se la scelta cade su una paritaria d’infanzia. Gli enti locali coprono parzialmente la spesa, ma il divario resta. Castaldini denuncia “un’implicita tassa sull’inclusione” che stride con i principi cardine dell’istruzione pubblica.
Parità di trattamento: perché non è solo una questione economica
L’equità tariffaria si riflette sulla qualità del lavoro educativo. Retribuzioni eterogenee generano turnover, demotivazione e lacune di continuità didattica. Nel lungo periodo si produce un effetto domino: calo di iscrizioni, classi smembrate, inclusione zoppicante. La regione rischia di infrangere la promessa di una scuola che accolga ogni alunno senza gerarchie di bilancio.
Le leve normative e la riforma scolastica all’orizzonte
Il Documento economico-finanziario regionale appena emendato introduce un capitolo specifico sull’allineamento tariffario. La Giunta valuta un fondo compensativo che uniformi le quote orarie entro il 2026, sfruttando il PNRR istruzione e un ventaglio di crediti d’imposta. Gli uffici tecnici ipotizzano un “costo standard” regionale capace di sanare le disomogeneità.
Ripercussioni sul sistema educativo dell’Emilia-Romagna
I sindacati degli educatori applaudono: “Finalmente si riconosce il nostro ruolo chiave”, tuona una nota congiunta. I gestori delle paritarie, invece, temono che l’appiattimento delle tariffe non copra il lievitare dei costi di gestione, già aggravati dal nuovo contratto collettivo. Il dibattito si fa acceso, ma tutti convergono su un punto: senza un intervento equo la riforma scolastica rischia di rimanere lettera morta.
Scuole statali e paritarie: verso un patto educativo condiviso?
La proposta più innovativa arriva da un tavolo tecnico congiunto: creare un registro regionale delle competenze, dove educatori di statali e paritarie possano essere impiegati in forma interscambiabile. Una sorta di “borsa lavoro” che riduca le sacche di carenza di personale e garantisca continuità didattica. Se la politica coglierà l’attimo, l’Emilia-Romagna potrà fungere da laboratorio nazionale.
Chi avrebbe immaginato che un mero listino orario potesse accendere la scintilla di una rivoluzione inclusiva? Ora la palla passa alla Giunta: i corridoi scolastici, si sa, hanno orecchie fini e aspettano risposte concrete!
Source: www.orizzontescuola.it
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