Divieto dell’educazione sessuale e affettiva anche nelle scuole medie: una scelta controversa
Un emendamento lampo ha esteso il divieto di trattare educazione sessuale e educazione affettiva anche alle scuole medie, proprio lโetร in cui la curiositร esplode! La scelta controversa del ddl Valditara arriva mentre i dati sui femminicidi scuotono il Paese e lโUnesco ricorda che lโItalia รจ fanalino di coda. Come reagirร la scuola, costretta a tacere su temi vitali di sessualitร e rispetto?
Divieto dell’educazione sessuale: cosa prevede il ddl Valditara
Lโemendamento firmato Latini vieta qualsiasi progetto didattico sullโintimitร fino ai 14 anni, inserendo le medie tra le aree di censura scolastica. Solo alle superiori, e con consenso firmato, si potrร parlare di cuore e corpo. Molti dirigenti temono un effetto domino: chi proporrร corsi su identitร , patologie o prevenzione rischia richiami disciplinari.
Impatto immediato sulle scuole medie
I consigli di classe hanno giร congelato i laboratori programmati con psicologi e ginecologi; perfino i moduli contro il cyberbullismo sono stati rimaneggiati per evitare riferimenti allโaffettivitร . Risultato? Docenti spiazzati, studenti confusi e genitori costretti a cercare risposte sul web, con rischi di disinformazione.
Un insegnante di scienze di Torino racconta: ยซSpiegare la pubertร senza nominare desiderio o consenso รจ come spiegare il Teorema di Pitagora senza parlare di triangoliยป. Questo paradosso didattico mina i diritti dei giovani a un sapere completo e scientifico.
Censura scolastica e diritti dei giovani: perchรฉ la scelta รจ controversa
Le associazioni studentesche parlano di ยซritorno al Medioevoยป, ma il Ministero difende il provvedimento come tutela delle famiglie. Eppure le famiglie chiedono chiarezza; il 68 % dei genitori, sondaggio IPS 2025, vorrebbe programmi su consenso e stereotipi di genere fin dalle elementari. Quale voce ascoltare?
Senza alfabetizzazione emotiva, lโaula rischia di diventare terreno fertile per fake news su contraccezione e ruoli di genere. La ricerca Lancet 2024 evidenzia che corsi precoci riducono del 30 % le gravidanze under 16: un dato che stona con lโattuale politiche educative restrittive.
Salute sessuale, prevenzione e violenza di genere
Le cronache citano Pamela Genini, ultima vittima di un femminicidio che poteva forse essere prevenuto con piรน educazione al rispetto. Gli esperti di salute pubblica insistono: parlare di emozioni e limiti riduce comportamenti aggressivi. Vietarlo equivale a ignorare un antidoto collaudato!
Nel frattempo, ASL e consultori segnalano un +18 % di richieste dโaiuto da parte di tredicenni che si sentono ยซinadeguatiยป o ยซspaventatiยป dal proprio corpo. Il silenzio didattico diventa quindi un acceleratore di ansia, ben lontano dal promesso benessere.
Approcci internazionali e lacuna italiana
Svezia, Portogallo, persino lโIrlanda cattolica hanno introdotto programmi obbligatori fin dalla primaria, integrando biologia, consenso e social media. LโItalia, invece, naviga con norme patchwork: lo scorso anno furono stanziati fondi per formare i docenti, poi dirottati su campagne sulla fertilitร .
LโUnesco elenca 19 Paesi europei con percorsi strutturati; Roma non compare. La mancanza di coordinamento pesa anche sulle periferie, dove la povertร educativa dilata il gap rispetto ai coetanei del Nord Europa. E le nostre classi, piene di curiositร , restano mute!
Spunti per ripartire nonostante il divieto
Alcune scuole sperimentano ยซpercorsi di cittadinanza digitaleยป per parlare di consenso online aggirando il veto specifico; altre invitano ostetriche come esperte di ยซbiologia evolutivaยป. Lโingegno non manca, ma il quadro resta fragile finchรฉ la legge confonde salute sessuale con ideologia.
Servirebbe un patto nazionale che distingua informazione scientifica da propaganda: lo chiedono 42 ordini professionali, medici inclusi. Se la classe politica continuerร a ignorarli, a rimetterci saranno gli adolescenti, lasciati senza bussola in pieno mare emotivo.
Source: www.lifegate.it
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