Scuola in Italia

Giornata Mondiale degli Insegnanti: L’Italia tra i Paesi Europei con le Retribuzioni più Basse

By Laura Benedetti , on 7 Ottobre 2025 à 01:50 - 3 minutes to read
scopri perché molti insegnanti in italia ricevono retribuzioni basse, quali sono le cause principali e come questa situazione influenza la qualità dell'insegnamento e la motivazione del personale scolastico.

È festa per la Giornata Mondiale degli Insegnanti, eppure in Italia il brindisi resta amaro.

I dati OCSE 2025 inchiodano il Paese: retribuzioni basse, divario crescente con l’Europa, potere d’acquisto eroso dall’inflazione.

La questione salariale diventa così il termometro di un’intera educazione nazionale in affanno!

Giornata Mondiale degli Insegnanti: stipendi italiani al palo

Il nuovo rapporto “Education at a Glance” fotografa un sistema scolastico italiano che retribuisce i propri docenti il 15% in meno della media UE.

Nella primaria il gap tocca il 18%; nella secondaria superiore, dove si formano i futuri professionisti, la distanza sfiora il 20%.

Intanto, il Governo stanzia 240 milioni: una somma che, spalmata, vale 140 euro lordi mensili, sottratti perlopiù da capitoli già esistenti. Troppo poco?

Il confronto con Germania, Francia e Spagna

Un neo-assunto tedesco guadagna il 70% in più di un collega italiano a parità di potere d’acquisto.

Lo spagnolo incassa il 27% in più, il francese il 23%: numeri che trasformano la scelta di lavorare nella scuola italiana in una missione quasi eroica.

Chi ancora si sorprende se la professione perde appeal fra i laureati?

Le cause storiche delle retribuzioni basse nella scuola italiana

Tre fattori si intrecciano: blocco contrattuale decennale, inflazione post-2021 e precarietà cronica che dura in media fino ai 45 anni.

Più della metà dei insegnanti ha superato i cinquanta; la piramide demografica rovesciata ostacola il rinnovo generazionale.

Nel frattempo, un quarto delle risorse destinate agli stipendi finisce per coprire supplenze brevi, non per aumenti strutturali!

Inflazione, contratti e precariato

Gli aumenti promessi tra l’1,8% e il 2% fino al 2027 rischiano di evaporare se l’indice dei prezzi supererà il 2% annuo.

I sindacati parlano di “tampone”, ricordando che il potere d’acquisto reale è sceso del 12% dal 2020.

Precariato e paghe modeste generano un circolo vizioso: meno motivazione, più abbandoni, qualità didattica minacciata.

Strategie per riallineare il sistema scolastico italiano all’Europa

Gli economisti suggeriscono una educazione-shock: incremento una tantum del 10% seguito da indicizzazione automatica.

Servirebbero 2,5 miliardi l’anno, equivalenti allo 0,12% del PIL: cifra modesta rispetto ai benefici in capitale umano.

In alternativa, si rischia la fuga di talenti verso Paesi che premiano il merito e proteggono i diritti degli insegnanti.

Investimento shock o piccoli ritocchi?

La scelta non è solo contabile: riguarda il futuro dei ragazzi che affolleranno le aule nel 2030.

Valorizzare gli stipendi insegnanti significa garantire a quegli studenti un orizzonte di competenze robuste e cittadinanza critica.

Altrimenti, la prossima Giornata Mondiale degli Insegnanti rischia di celebrare più la tenacia che la dignità professionale.

Source: euroborsa.it

Mi chiamo Laura e da oltre 10 anni lavoro nel mondo dell’educazione. Vivo a Como con la mia famiglia e sono mamma di due bambini che frequentano la scuola primaria. Ho creato questo blog per aiutare altri genitori a capire meglio come funziona la scuola in Italia, condividendo consigli pratici, esperienze quotidiane e informazioni utili. Credo in un’educazione inclusiva, semplice e vicina alle famiglie. Ogni articolo nasce da ciò che vivo ogni giorno: tra zaini da preparare, compiti da seguire e riunioni con gli insegnanti.
Laura Benedetti
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