Giornata Mondiale degli Insegnanti: L’Italia tra i Paesi Europei con le Retribuzioni più Basse
È festa per la Giornata Mondiale degli Insegnanti, eppure in Italia il brindisi resta amaro.
I dati OCSE 2025 inchiodano il Paese: retribuzioni basse, divario crescente con l’Europa, potere d’acquisto eroso dall’inflazione.
La questione salariale diventa così il termometro di un’intera educazione nazionale in affanno!
Giornata Mondiale degli Insegnanti: stipendi italiani al palo
Il nuovo rapporto “Education at a Glance” fotografa un sistema scolastico italiano che retribuisce i propri docenti il 15% in meno della media UE.
Nella primaria il gap tocca il 18%; nella secondaria superiore, dove si formano i futuri professionisti, la distanza sfiora il 20%.
Intanto, il Governo stanzia 240 milioni: una somma che, spalmata, vale 140 euro lordi mensili, sottratti perlopiù da capitoli già esistenti. Troppo poco?
Il confronto con Germania, Francia e Spagna
Un neo-assunto tedesco guadagna il 70% in più di un collega italiano a parità di potere d’acquisto.
Lo spagnolo incassa il 27% in più, il francese il 23%: numeri che trasformano la scelta di lavorare nella scuola italiana in una missione quasi eroica.
Chi ancora si sorprende se la professione perde appeal fra i laureati?
Le cause storiche delle retribuzioni basse nella scuola italiana
Tre fattori si intrecciano: blocco contrattuale decennale, inflazione post-2021 e precarietà cronica che dura in media fino ai 45 anni.
Più della metà dei insegnanti ha superato i cinquanta; la piramide demografica rovesciata ostacola il rinnovo generazionale.
Nel frattempo, un quarto delle risorse destinate agli stipendi finisce per coprire supplenze brevi, non per aumenti strutturali!
Inflazione, contratti e precariato
Gli aumenti promessi tra l’1,8% e il 2% fino al 2027 rischiano di evaporare se l’indice dei prezzi supererà il 2% annuo.
I sindacati parlano di “tampone”, ricordando che il potere d’acquisto reale è sceso del 12% dal 2020.
Precariato e paghe modeste generano un circolo vizioso: meno motivazione, più abbandoni, qualità didattica minacciata.
Strategie per riallineare il sistema scolastico italiano all’Europa
Gli economisti suggeriscono una educazione-shock: incremento una tantum del 10% seguito da indicizzazione automatica.
Servirebbero 2,5 miliardi l’anno, equivalenti allo 0,12% del PIL: cifra modesta rispetto ai benefici in capitale umano.
In alternativa, si rischia la fuga di talenti verso Paesi che premiano il merito e proteggono i diritti degli insegnanti.
Investimento shock o piccoli ritocchi?
La scelta non è solo contabile: riguarda il futuro dei ragazzi che affolleranno le aule nel 2030.
Valorizzare gli stipendi insegnanti significa garantire a quegli studenti un orizzonte di competenze robuste e cittadinanza critica.
Altrimenti, la prossima Giornata Mondiale degli Insegnanti rischia di celebrare più la tenacia che la dignità professionale.
Source: euroborsa.it
- Abbandono scolastico in Italia: le ragioni dietro il crescente desiderio degli studenti di lasciare la scuola - 18 Novembre 2025
- Il Sole 24 Ore * Scuola: «Obesità in Italia, allarme lanciato: uno studente su quattro è in sovrappeso» - 18 Novembre 2025
- A Torino apre la prima scuola italiana dedicata agli ascensoristi - 17 Novembre 2025
Comments
Leave a comment