Maturità : perché tanti studenti scoprono troppo tardi che non raggiungeranno il voto sperato
L’ultimo anno di liceo volge al termine e mentre i maturandi affollano i corridoi con facce tirate, un dato preoccupante emerge: quasi il 40% degli studenti si rende conto troppo tardi di non poter raggiungere il voto sperato all’esame di Stato. Cosa non ha funzionato? Tra crediti scolastici sottovalutati, prove simulate affrontate con superficialità e una gestione del tempo spesso disastrosa, le insidie sono più numerose di quanto sembri.
L’illusione dei crediti facili: il primo passo verso la delusione
Quante volte si sente dire “Tanto i crediti te li danno tutti”? Peccato che nel 2025 la realtà sia ben diversa. Gli istituti hanno stretto i criteri di valutazione e quegli 8-9 punti che sembravano scontati spesso si riducono a 5-6. Ecco dove casca l’asino:
- 📉 Assenze ingiustificate: anche solo 15 giorni persi possono costare 1-2 punti
- 📚 Medie dei voti gonfiate: quel 7 in matematica pesa più del previsto
- 🧑🏫 Giudizio del consiglio di classe: i professori valutano anche impegno e crescita
Prendiamo il caso di Sofia, studentessa di un liceo scientifico di Milano: “Ero sicura di partire con 45 crediti, invece ne ho avuti 38. Ho scoperto solo a maggio che le mie assenze per ‘mal di testa’ erano state considerate troppe”.
Le trappole nascoste nelle prove scritte
“Tanto all’esame si passa tutti” è la frase più pericolosa che circola tra i banchi. La verità? Nel 2025 la sufficienza non è affatto scontata, soprattutto per chi:
- ✍️ Non ha mai fatto una simulazione seria: arrivare all’esame senza cronometrarsi è suicida
- 📝 Confonde la prima con la seconda prova: le tracce miste del nuovo esame spiazzano molti
- ⏳ Sottovaluta la gestione del tempo: quel tema lasciato a metà costa caro
Nelle ultime statistiche MIUR, il 22% degli studenti ha avuto difficoltà con la prima prova, soprattutto nella strutturazione del testo argomentativo. “Pensavo bastasse scrivere tanto”, racconta Marco da Roma, “invece hanno penalizzato la coerenza logica”.
L’orale: il colpo di grazia per chi non si prepara
Quel “tanto all’orale mi salvano” rischia di trasformarsi in un incubo. Con le nuove griglie di valutazione introdotte nel 2024:
- 🗣️ L’esposizione conta il 30%: balbettii e “ehm” ripetuti abbassano il voto
- 🔗 I collegamenti multidisciplinari fanno la differenza tra un 70 e un 85
- 🧠 Le domande a sorpresa testano la preparazione reale, non quella mnemonica
“Ho visto studenti preparatissimi sul programma perdere 5 punti perché non sapevano argomentare una semplice domanda di attualità”, racconta la professoressa Elena Rossi, commissaria d’esame da 15 anni.
Perché le simulazioni fanno la differenza
I dati parlano chiaro: chi fa almeno 3 simulazioni complete ha il 60% di probabilità in più di raggiungere il voto sperato. Eppure:
- 📅 Il 35% degli studenti salta le prove simulate considerandole “inutili”
- 📉 Chi arriva all’esame senza simulazioni commette il 40% di errori in più
- 🎯 Le scuole che insistono sulle prove hanno risultati migliori del 15%
“Le simulazioni servono a capire dove si sbaglia, non a fare bella figura”, spiega il preside di un noto liceo classico fiorentino. “Chi le evita scopre all’esame cose che avrebbe potuto correggere mesi prima”.
Come evitare la brutta sorpresa all’esame
Ecco cosa fare subito per non ritrovarsi con un voto più basso del previsto:
- 📊 Calcolare realisticamente i crediti: chiedere chiarimenti ai professori
- ⏱️ Cronometrarsi durante le prove: imparare a gestire i tempi morti
- 🎤 Esercitarsi a parlare in pubblico: registrarsi e riascoltarsi
- 📚 Fare mappe concettuali: i collegamenti devono essere naturali
- 🧐 Analizzare le griglie di valutazione: sapere esattamente cosa cercano i commissari
“Il segreto è non illudersi”, conclude la professoressa Rossi. “Chi inizia tardi spesso scopre che recuperare è impossibile. La maturità si prepara in tre anni, non in tre settimane”.
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