La propaganda russa: il caso italiano come esempio emblematico
Lโinvasione di narrazioni orchestrate da Mosca รจ ormai quotidiana! Il panorama mediatico italiano ne offre un prototipo eloquente. Spegnerle richiede competenza e rapiditร , non slogan.
Propaganda russa in Italia: perchรฉ penetra cosรฌ facilmente
Il ventre molle dellโinformazione nazionale favorisce messaggi suggestivi, semplificati, martellanti. I monitor di RAI e Mediaset ospitano volti che rilanciano leitmotiv del Cremlino, contando sullโalto indice di fiducia che il pubblico riserva ai talk show serali. Intanto le redazioni digitali di TGCOM24 e ANSA lottano per smascherare incongruenze prima che diventino virali.
Dal talk show alla viralitร : la forza dei grandi network
Un politico ha demolito, in diretta, lโargomentario filorusso di un ospite; lโepisodio รจ balzato su La Repubblica e Il Fatto Quotidiano, ma il protagonista non รจ piรน stato invitato. Questa esclusione mostra la filigrana del sistema: chi rende inoffensivi i mantra di Mosca viene silenziato quando conquista unโaudience ampia. Nel frattempo, trafiletti su Corriere della Sera e Il Giornale presentano la vicenda come semplice diverbio televisivo: unโeufemistica minimizzazione.
Maria Zakharova: unโossessione tricolore
Dal 2015 la portavoce degli Esteri russi bersaglia lโItalia, definendola โrussofobaโ ad ogni presa di distanza da Mosca. Nel 2022 lโUE lโha sanzionata, ma nel 2025 continua a trovare eco su canali Telegram nostrani, rilanciata con entusiasmo. Gli inserti di Adnkronos ricordano la definizione statunitense: โentusiasta divulgatrice della disinformazioneโ.
Le due utilitร delle voci contrarie
In un contesto semi-controllato, la presenza di opinioni โanti-Cremlinoโ serve a esibire pluralismo. Ma offre anche uno specchio per la propaganda: il confronto pubblico accredita interlocutori che, per competenze, verrebbero altrimenti ignorati. Non cโรจ paradosso piรน raffinato di questo, come spiega Limes nel dossier pubblicato lo scorso gennaio.
Interdizione mediatica: quando il dibattito tracima
Lโostracismo subรฌto dal politico che ha confutato le fake news ricorda la parabola russa pre-guerra: Navalโnyj poteva parlare finchรฉ era innocuo, poi รจ stato messo a tacere. In Italia non si arriva alla repressione giudiziaria, ma lโesclusione dagli studi realizza lo stesso esito: sparizione delle argomentazioni piรน incisive. Gli osservatori di Luca Lovisolo notano che lโartificio si abbina a un crescendo di attacchi personali e ridicolizzazioni online, amplificati dai meme.
Riconoscere la disinformazione nel 2025
Serve โgrammatica mediaticaโ. Primo segnale: uso ossessivo di dati de-contestualizzati, spesso ripresi da fonti non verificabili. Secondo: scivoloni storici o geografici snobbati dallโospite, ma evidenti a chi consulta rapidamente archivi di Corriere della Sera o ricerche accademiche UE. Terzo: reazione scomposta quando lโinterlocutore chiede fonti primarie; a quel punto la strategia passa dallโargomentazione alla delegittimazione ad personam.
Fare fact-checking con piattaforme open source non รจ piรน hobby da nerd ma strumento civico: persino studenti liceali incrociano database satellitari con flash ANSA. Ecco la vera partita: costruire una cittadinanza capace di riconoscere la manipolazione prima che diventi convinzione radicata. Serve impegno, costanza, e la capacitร di trasformare ogni bufala in occasione di alfabetizzazione mediatica!
Source: www.lucalovisolo.ch
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