Fratelli d’Italia avanza una nuova proposta legislativa contro il separatismo islamico: multe fino a 3000 euro per il porto del velo integrale anche nelle scuole
Fari puntati su Montecitorio! Fratelli d’Italia deposita una proposta legislativa che alza lโasticella del dibattito su libertร religiosa e sicurezza pubblica. Previsti fino a 3000 โฌ di multe a chi indossa il velo integrale in luoghi aperti e, novitร assoluta, anche nelle scuole italiane.
Fratelli dโItalia e la legge contro il velo: testo, obiettivi, pene
Il disegno di legge punta a frenare il cosiddetto separatismo islamico, collegando il volto coperto a rischi di identificazione difficoltosa e a possibili proselitismi interni agli istituti. Chi contravviene dovrร pagare da 1000 a 3000 โฌ; per i recidivi scatta la segnalazione al tribunale minorile o al questore.
Lโintento dichiarato? Smorzare tensioni comunitarie, rafforzare la integrazione attraverso regole comuni e, soprattutto, โproteggere gli ambienti educativi dallโuso politico di simboli religiosiโ. Un leitmotiv che riecheggia le norme francesi del 2010 ma trova qui un palcoscenico scolastico piรน sensibile.
Multe tra i banchi: cosa succede a studenti e docenti
La misura coinvolge il dirigente che, in caso di velo integrale, deve invitare lโalunna a scoprire il volto; in mancanza di collaborazione parte il verbale di 1000 โฌ. Il preside rischia un richiamo se omette la segnalazione. Gli insegnanti temono di trasformarsi in ispettori, ma qualcuno ricorda: โAlle gite controlliamo giร cinture e medicine, possiamo anche gestire questoโ.
Una docente di Bari racconta lโepisodio di Sara, arrivata in aula col niqab lo scorso anno: โLe abbiamo spiegato le regole scolastiche, ha accettato il compromesso del hijab. Dialogo prima di tutto!โ. Quel modello di mediazione potrebbe diventare la bussola per molte classi multiculturali.
Gli studenti, come sempre, reagiscono in modo spiazzante. Alcuni vedono la legge contro il velo come un divieto ingiusto; altri la salutano come strumento per evitare โclan religiosiโ nei corridoi. Nel mezzo, i consigli di classe giร studiano percorsi di educazione civica dedicati alla libertร di espressione.
Separatismo islamico o libertร di culto? Il dilemma dellโintegrazione
Il governo rivendica unโazione preventiva contro โzone francheโ dove lโIslam radicale isolerebbe le giovani generazioni. Le associazioni musulmane moderate replicano: โPunire il velo non avvicina, allontanaโ. Un rimbalzo dialettico che tocca anche il terreno dellโimmigrazione, con oltre un milione di studenti di origine straniera iscritti entro il 2024.
Famiglie, imam, sociologi: voci sul provvedimento
Lโimam di Torino, Abdallah Kamel, concede apertura: โSรฌ a mostrare il viso dove necessario, no a sanzioni esorbitantiโ. Un gruppo di genitori di Verona, invece, applaude: โFinalmente regole uguali per tutti, come per il casco in motorinoโ. La sociologa Carlotta Montero avverte: โRegola semplice, applicazione complessa; serviranno sportelli dโascolto e mediatori culturaliโ.
Intanto, nei comitati studenteschi circola una proposta alternativa: abbinare norme sul volto scoperto a corsi di citizen journalism, per insegnare ai ragazzi a narrare in prima persona le loro identitร multiple. Potrebbe diventare la vera lezione di cittadinanza attiva.
Sicurezza pubblica e diritti civili: trovare lโequilibrio
Il Ministero dellโInterno sostiene che la piรจce normativa colmi un vuoto: il T.U.L.P.S. del 1931 vieta il volto coperto solo in caso di โragione di sicurezzaโ. Il nuovo testo estende la fattispecie alle circostanze ordinarie, specialmente negli istituti. Il Consiglio di Stato, perรฒ, ricorda che limitare un simbolo religioso richiede il test di proporzionalitร fissato dalla Corte di Strasburgo.
Nel frattempo, le forze dellโordine preparano linee guida: interventi soft, prioritร al dialogo, ultima ratio la sanzione. Un funzionario di Milano scherza amaramente: โMeglio spiegare la norma davanti a un registro di classe che davanti a un giudiceโ.
Il dibattito รจ acceso e corre veloce, proprio come gli scambi frenetici che animano lโintervallo in un liceo: campanella, corsa ai distributori, domande a raffica e, perchรฉ no, qualche esclamazione colorita. La politica, come la scuola, non puรฒ eludere il confronto; deve solo decidere se punire, educare o trovare la giusta miscela di entrambe le strade.
Source: www.orizzontescuola.it
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