Scuola in Italia

Martedì 4 novembre: Una giornata di sciopero nelle scuole italiane, con lezioni a rischio in tutto il paese

By Laura Benedetti , on 4 Novembre 2025 à 01:22 - 4 minutes to read
scopri tutte le informazioni aggiornate sullo sciopero delle scuole: date, motivazioni, chi partecipa e come potrebbe influire sulle lezioni. rimani informato sulle ultime novità riguardanti lo sciopero scolastico.

Quante assenze troveranno i ragazzi all’appello domani? L’intera Scuola Statale si prepara a una giornata di tregenda, con aule forse deserte e presidi in affanno. Il 4 novembre promette infatti un’agitazione che attraversa la penisola da Aosta a Lampedusa!

Sciopero scuola 4 novembre 2025: lezioni appese a un filo

La mobilitazione nazionale, proclamata dal Sindacato Indipendente Scuola e Ambiente, mette a rischio il normale svolgimento delle lezioni in ogni ordine e grado. Il Ministero dell’Istruzione (ancora chiamato affettuosamente Miur da molti docenti) ha diramato l’avviso ufficiale il 28 ottobre, invitando i dirigenti a informare famiglie e studenti. L’adesione potrebbe assumere forme a macchia d’olio, rendendo impossibile prevedere con certezza quali plessi resteranno operativi.

Quali scuole potrebbero restare chiuse?

L’agitazione coinvolge tutto il personale, dai maestri dell’infanzia ai professori universitari, passando per segretari e tecnici di laboratorio. Anche i ricercatori a contratto si uniranno alla protesta, lasciando biblioteche e aule studio sguarnite. Alcuni dirigenti stanno predisponendo piani d’emergenza, ma molti genitori scopriranno la reale situazione solo all’ingresso del portone.

Sul fronte sindacale, oltre al SISA, si registrano voci di sostegno da CISL Scuola, CGIL Scuola, UIL Scuola, Gilda degli Insegnanti, Snals Confsal, ANIEF e Flc Cgil. Il coro non è unanime, ma il tam-tam nelle chat dei professori è incessante: «stavolta si parte tutti insieme», scrive una docente di matematica sul registro elettronico.

Le ragioni di una protesta che scuote i corridoi

Stipendi erosi dall’inflazione, organici ridotti e burocrazia soffocante: ecco il tridente che spinge alla disobbedienza civile. Il sindacato chiede un aumento netto del 20 % per recuperare il potere d’acquisto, l’abolizione del concorso per dirigenti a favore di un sistema elettivo interno e l’immissione in ruolo su tutti i posti vacanti. Non manca la richiesta di un ruolo unico che annulli disparità tra docenti di infanzia e liceo, garantendo pari orario e retribuzione.

Stipendi erosi e concorsi contestati

Oggi un insegnante al primo scaglione guadagna meno di un artigiano specializzato e affronta classi sempre più numerose. La proposta di eleggere il preside, sul modello accademico, nasce dal desiderio di democratizzare la governance scolastica e ridurre il distacco tra aula e dirigenza. Al grido di «basta aule pollaio» le sigle sindacali ricordano che, senza personale aggiuntivo, neppure la più brillante innovazione didattica può attecchire.

L’effervescenza ricorda lo sciopero del 1995, quando un’intera generazione di insegnanti bloccò i registri cartacei. Allora il Movimento studentesco dipinse lenzuola colorate; oggi i ragazzi scelgono TikTok per documentare corridoi silenziosi e verifiche rimandate. Cambiano i mezzi, resta la stessa sete di attenzione per la scuola.

Indicazioni pratiche per famiglie e studenti in vista del 4 novembre

Scoprire all’alba che la prof di latino non entrerà in classe può mandare in tilt intere organizzazioni familiari. Il Miur raccomanda di consultare il sito dell’istituto e la bacheca del registro elettronico la mattina stessa. Se le lezioni saltano, molte scuole offrono servizi di sorveglianza ridotti, ma non tutte: meglio predisporre un piano B per i più piccoli.

Un’occasione per riflettere sul futuro della Scuola Statale

La giornata di sciopero non è soltanto una serrata: diventa spunto di dibattito su qualità dell’istruzione, equità salariale e partecipazione democratica. Quale modello di scuola desiderano i cittadini del 2025? Le manifestazioni previste in 35 piazze lanceranno proposte e slogan, ma servirà un dialogo costante fra sindacati, Ministero dell’Istruzione e comunità educante per evitare che il rumore dei fischietti si dissolva in un eco vuoto.

Dal dissenso all’azione: e se il 5 novembre cambiasse davvero qualcosa?

Alla fine della campanella il successo dello sciopero si misurerà non solo in percentuali di adesione, ma nel peso politico che le rivendicazioni sapranno assumere ai tavoli negoziali. Dirigenti e sindacati torneranno a incontrarsi, stavolta con la pressione di una platea scolastica che ha fatto sentire la propria voce. Se una lezione emerge da questa protesta, è che la scuola italiana rimane un cantiere aperto dove ogni attore, dai bambini ai ricercatori, reclama spazio e ascolto.

Source: torinocronaca.it

Mi chiamo Laura e da oltre 10 anni lavoro nel mondo dell’educazione. Vivo a Como con la mia famiglia e sono mamma di due bambini che frequentano la scuola primaria. Ho creato questo blog per aiutare altri genitori a capire meglio come funziona la scuola in Italia, condividendo consigli pratici, esperienze quotidiane e informazioni utili. Credo in un’educazione inclusiva, semplice e vicina alle famiglie. Ogni articolo nasce da ciò che vivo ogni giorno: tra zaini da preparare, compiti da seguire e riunioni con gli insegnanti.
Laura Benedetti
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